In conclusione all’articolo in cui ho introdotto l’argomento degli hater (lo trovate qui), individuavo il 6° Archetipo Psicologico Umano quale Archetipo che caratterizza il fenomeno degli “odiatori”. In questo articolo approfondirò la relazione tra il comportamento degli hater  e il 6° Archetipo Psicologico Umano.

Come già descritto, (vedi qui) gli individui del 6° Archetipo sono contraddistinti dal percepire determinati Valori ed Ideali. La criticità di questi individui sta nell’essere sensibili solo ad una piccola parte di tutti gli Ideali e Valori percepibili. Il loro sentire è “viscerale” e non ragionato, ed è sempre parziale e limitato. Questo, se da una parte è il loro talento, dall’altra è l’origine del problema (non solo degli hater, ma di tutti gli individui del 6° Archetipo): ciò che loro non percepiscono, ciò che è al di fuori del loro campo di sensibilità, non esiste. Chi lo afferma sbaglia e va corretto (perché può sviare le persone dalla giusta via). In buona fede essi affermano e difendono la propria verità che, essendo l’unica che percepiscono, è la sola, unica e vera “verità”. Le idee differenti non sono idee differenti, ma falsità. Inutile cercare di ragionare con loro. Essi non rispondono logicamente, non argomentano, non si confrontano. Dall’estremizzazione di queste caratteristiche nascono tutti i fanatismi (come quelli religiosi o politici che sono sempre espressione del 6° Archetipo) e ovviamente nasce anche il fenomeno che stiamo analizzando: quello degli hater.

Ma perché un individuo del 6° Archetipo si trasforma in un hater? Le ragioni sono molte e tutte connesse tra loro. Innanzitutto potrebbe non aver ancora ben consapevolizzato quale sia il suo sentire, l’ideale e la visione che gli risuonano dentro, ma percepire chiaramente che quello che gli altri affermano non gli torna, non gli risuona e quindi non lo riconosce come vero. Questo fa nascere una frustrazione profonda legata al non riuscire a cogliere qualcosa che sente essere vicino, a portata di mano, ma che gli sta sfuggendo, come qualcosa di cui si sente il suono ma non si riesce a scorgere, e nello stesso tempo constatare che idee “sbagliate” e “fuorvianti” si stiano facendo largo nel mondo. Indicheranno sempre cosa è sbagliato, ma mai alternative.

Ma le cause di frustrazione non finiscono qui. Anche quando questo individuo ha consapevolizzato perfettamente i Valori e gli Ideali percepiti (e quindi si crea una forte convinzione interiore che la sua “verità” può migliorare il mondo che lo circonda), può sentirsi del tutto impotente nell’affermarli e “imporli” (perché il 6° Archetipo tende sempre ad “imporre” la sua visione agli altri) in modo da avviare un cambiamento effettivo della realtà in cui è immerso (un cambiamento che porterebbe ad instaurare nel mondo quella visione ideale che ha percepito). Sanno esprimere come dovrebbero essere le cose, ma sono sempre pessimisti e lamentevoli.

Quando il 6° Archetipo si trasforma in un hater

Alla fine, a ben guardare, gli hater sono come bambini: vogliono sentirsi dire “bravo”, “ti stimo”, “ tu vali”, “ti voglio bene”

Tutto questo non è sufficiente per trasformare un individuo frustrato del 6° Archetipo in un hater. Manca ancora l’elemento chiave di questo processo, il catalizzatore  che trasmuta la frustrazione in odio: l’insicurezza interiore e la ricerca di stima e riconoscimento. Per quanto l’individuo del 6° Archetipo esprima con forza (e spesso con prepotenza) le proprie convinzioni, esso nasconde sempre dentro di sé un’insicurezza legata sia alle sue stesse percezioni  sia alle sue capacità e al suo valore come individuo.

Percepisce un mondo ideale ma dubita di essere all’altezza di quel mondo ideale. Per questo ricerca altri che la pensano come lui, come garanzia che il suo sentire, siccome condiviso, sia davvero giusto. Ricerca conferme del suo sentire e conferme del proprio valore. Vede che molti non hanno la percezione della “verità” come ce l’ha lui, si sente un “eletto”, sente di “valere” più di altri e cerca conferme di questa superiorità. E dove le cerca? Tra quelli che hanno il suo stesso sentire, ovviamente, e in particolare, tra le persone carismatiche e con molto seguito. Persone che egli stima e di cui ricerca la stima per un semplice quanto perverso meccanismo: “se vengo stimato da persone che stimo perché, secondo me, valgono, allora valgo anche io”. Questa ricerca di conferme esterne del proprio valore, come vedremo in prossimi articoli, è foriera di molti problemi relazionali, di precise dinamiche di gruppo e di conseguenze a livello sociale e politico. Quando questa stima ricercata non arriva, o al contrario arriva una critica o una stroncatura, ecco che il nostro individuo del 6° Archetipo comincia a covare rabbia. E con il tempo la rabbia diventa odio verso chi gli ha negato il riconoscimento che sentiva di meritare.

L’odio alla fine viene sempre scagliato contro qualcosa o qualcuno. L’odio diventa una ragione di vita, perché il 6° Archetipo ha  un assoluto bisogno di avere una missione, e se non ha un ideale o una visione da manifestare, allora si impegna a distruggere le visioni “sbagliate” degli altri. Denigra il personaggio che odia ed esalta il personaggio che esprime le idee che sostiene anche lui. Ovviamente fino a quando questo personaggio che esalta non sostiene idee diverse dalle sue, nel qual caso entra repentinamente e irrimediabilmente a far parte della schiera dei personaggi odiati.

Alla fine, a ben guardare, gli hater sono come bambini, vogliono sentirsi dire “bravo”, “ti stimo”, “ tu vali”, “ti voglio bene”.

Anche se per fortuna solo una piccola parte degli individui appartenenti al 6° Archetipo si trasforma in hater, la grande diffusione del 6° Archetipo Psicologico Umano e il fatto che il 6° Archetipo sia tra i più attivi sui social network (vedi l’articolo Archetipi e utenti Facebook) rendono questo fenomeno quantitativamente importante e socialmente fastidioso.

Arrivederci al prossimo articolo.

Aldo Storti