Ormai da oltre un mese imperversa il fenomeno delle sardine. Dal giorno del loro debutto, il 14 novembre, le iniziative si sono moltiplicate e sono diventate un vero e proprio caso mediatico oltre che di piazza. Titoli a prima pagina sui giornali, ospitate TV, collegamenti video. Al di là dell’operazione mediatica, della spontaneità o meno del movimento, della coincidenza tra nascita dello stesso ed elezioni regionali dell’Emilia-Romagna, quel che mi interessa e voglio analizzare in questo articolo è la causa di tanta adesione in piazza.

Sarebbe sbagliato sostenere tout court che le sardine sono un movimento politico, ma sarebbe sbagliato anche il negarlo. Infatti la politica non è altro che l’espressione di sensibilità differenti presenti nella popolazione, sensibilità che, come vedremo, sono sempre riconducibili ai 7 Archetipi Psicologici Umani. Queste sensibilità esistono da sempre, cercano rappresentanza, desiderano trasformare il mondo che le circonda in qualcosa che somigli loro e in cui si sentano a casa, si sentano a proprio agio. Tutti vogliono un mondo migliore e ciascuno immagina questo mondo migliore secondo le proprie sensibilità. Le sardine sono quindi espressione di alcune sensibilità, presenti da sempre nel territorio italiano, fondamentali per molti aspetti della storia e della cultura italiana. Certo non bisogna dimenticare che esistono anche altre sensibilità presenti sul suolo nazionale che sono sensibilità differenti, che non scendono in piazza con le sardine ma anzi si sentono “lontane” dalle istanze espresse da questo movimento, altrettanto numerose in termini di rappresentanza popolare, se non addirittura superiori. La storia dei conflitti sociali e politici è una storia di confronto/scontro tra sensibilità differenti e in questo sta sia il problema che la soluzione delle intricate vicende italiane.

Ma quali sono queste sensibilità espresse dal movimento? È possibile farsi un’idea ascoltando le interviste dei fondatori, dei partecipanti alle riunioni di piazza e analizzando i 6 punti programmatici delle sardine:

  1. “Pretendiamo che chi è stato eletto vada nelle sedi istituzionali a fare politica invece che fare campagna elettorale permanente”.
  2. “Pretendiamo che chiunque ricopra la carica di ministro comunichi solamente su canali istituzionali”.
  3. “Pretendiamo trasparenza nell’uso che la politica fa dei social network”.
  4. “Pretendiamo che il mondo dell’informazione protegga, difenda e si avvicini il più possibile alla verità”.
  5. “Pretendiamo che la violenza, in ogni sua forma, venga esclusa dai toni e dai contenuti della politica”.
  6. “Chiediamo alla politica di rivedere il concetto di sicurezza e, per questo, di abrogare i decreti sicurezza attualmente vigenti”.

La prima cosa che salta all’occhio è l’uso del verbo “pretendere”. I verbi “pretendere” e “dovere” sono particolarmente usati dal 6° Archetipo, spessissimo in un contesto che prevede un cambiamento che riguarda gli altri: “noi pretendiamo”,  “tu devi”, ecc. Altra cosa evidente è che le istanze espresse sono generiche, non circostanziate (se si esclude l’ultimo punto), non riferibili direttamente a qualcuno di specifico (anche se è stato più volte sottolineato che il movimento è nato in opposizione a Matteo Salvini), facilmente condivisibili come per tutti i principi generali. Anche questo, parlare per ideali o massimi sistemi, è un tipico comportamento di 6° Archetipo, come il compattarsi contro qualcuno. Chi segue le polemiche politiche, infatti, riconoscerà facilmente che ciascuno dei 6 punti espressi è rivolto chiaramente a Salvini e al suo modo di fare politica, di usare i social e di esprimere le sue idee. Il 6° Archetipo è infatti molto sensibile a ciò che percepisce nel profondo, istintivamente e visceralmente, come “vero e giusto” (vedi qui per una descrizione del 6° Archetipo), istantaneo nel provare “fastidio” verso ciò che percepisce come “sbagliato”, ma molto in difficoltà a razionalizzare in proposte concrete e costruttive il suo pensiero, ad allontanarsi dai massimi sistemi e dai Valori e Ideali percepiti per scendere nel pratico di una proposta e di una visione lungimirante.

sensibilità in piazza

Non si nasce di un determinato partito politico ma con definite sensibilità. Si esprime il consenso per quel partito politico che più di altri riflette quelle sensibilità a cui si appartiene.

Nel punto 4, inoltre, c’è un termine che è sempre associato alla tipica sensibilità del 6° Archetipo: “verità”. Chiaramente ogni sardina, come ogni individuo di 6°, ha una chiara idea di quale sia la “verità”: la sua! Non è mai una verità obiettiva, razionale e distaccata, basata su fatti e analisi lucide degli eventi. È sempre una verità mediata dal proprio sentire, di parte e limitata. Ogni gruppo di 6° Archetipo sostiene, difende e proclama la propria verità, che sia un gruppo di tipo politico (i gruppi di 6° di partecipazione politica possono avere ognuno, ed effettivamente hanno, la propria “verità” assoluta, spesso contrapposta alla “verità” degli altri, sentita da quelli assolutamente come altrettanto “vera” e “giusta”), di tipo religioso, legato alla salvaguardia dell’ambiente, al tipo di alimentazione o al tifo sportivo (il 6° Archetipo nel suo complesso ha un vasto spettro di percezioni di Ideali e Valori ma l’individuo singolo ha uno spettro limitato e si identifica completamente in esso. Per questo gli individui di 6° Archetipo danno vita a gruppi e militanze che sembrerebbero non avere nulla in comune, ma la natura di appartenenza al medesimo 6° Archetipo di riferimento è dimostrata dalle identiche modalità comportamentali, schemi mentali, meccanismi di difesa, chiusura mentale di questi gruppi e di questi individui).

Il punto 5, invece, esprime una sensibilità differente, una sensibilità tipica del 2° Archetipo, a cui i toni tensivi, aggressivi e separativi procurano sofferenza interiore, qualunque sia il soggetto che li usa. Sensibilità anche condivisa dal 4° Archetipo, che però è molto più combattivo del 2°, in certe situazioni avvicinandosi alle modalità aggressive del 6° (il 4° attacca per difendere la parte debole che viene attaccata, mentre il 6° attacca per difendere le proprie idee) e questo spiega i toni aggressivi usati da molte sardine medesime presenti nelle piazze.

L’ultimo punto è espressione di una sensibilità mista, sicuramente di 6°, idealista verso certi valori politico-sociali (l’ideale dell’accoglienza, l’ideale della società multirazziale, l’ideale del mondo aperto, ecc.) unita alla sensibilità del 4° (che adora la multiculturalità in quanto espressione di bellezza di culture, colori e suoni, crogiolo di creatività di popoli differenti, ecc.) e di sensibilità del 2° (il prendersi cura degli altri. In particolare dei bisognosi, dei sofferenti e degli sfortunati).

Gli Archetipi di riferimento del popolo delle sardine sono quindi 6, 4 e 2 e danno vita a molteplici sfaccettature all’interno del movimento, del gruppo dei promotori e delle migliaia di partecipanti. Spesso queste sfaccettature sono presenti anche all’interno dei singoli individui, ove questi Archetipi siano contemporaneamente presenti (per chiarimenti vedere questo articolo). Possiamo riassumere così le caratteristiche del movimento (a grandi linee e semplificando, ovviamente).

Sensibilità:  le sensibilità delle persone che appartengono agli Archetipi 6, 4 e 2 sono numerose, dal mettere al centro delle proprie attenzioni gli essere umani in quanto tali, senza distinzioni di sorta, al riconoscere la bellezza nell’arte e nella cultura di ciascun popolo, al valore di vivere in un mondo senza confini e in pace. Per questo chiedono una politica dai toni moderati, che svolga il suo ruolo in modo istituzionale e pensando a tutte le classi sociali, i credo e le etnie, senza esclusioni. Un’Italia che sia porto sicuro per tutte le persone in difficoltà alla ricerca di un futuro migliore. Un’Italia che sia un crogiolo di razze e culture differenti, ove per tutti vi sia l’opportunità di vivere ed essere felici. Un’Italia ove non vi siano rappresentazioni distorte della realtà e dove tutti si comportino al meglio, con amorevolezza, saggezza e inclusione, in primis i politici.

Criticità: abitudine a considerare i modi di vedere le cose diversi dai propri come “sbagliati”, incapacità di mettere sullo stesso piano le proprie sensibilità e quelle di chi la pensa in modo differente, senza rifugiarsi in un “senso di superiorità” morale, culturale ed etico. Incapacità di vedere e valutare i fatti con distacco, ma sempre “filtrati” dal proprio pensiero, il proprio senso del “vero”; abitudine a valutare fatti analoghi con due pesi e due misure, ignorando e rimuovendo ciò che la realtà rimanda di non allineato al proprio ideale. Incapacità di valutare le ricadute negative del proprio operato o di chi si è mosso secondo gli ideali che condivide, o anche solo di ammettere che possano esistere ricadute negative. Incapacità di calare il proprio pensiero in proposte concrete e costruttive senza restare perennemente sui massimi sistemi, sugli Ideali e nei concetti astratti e assoluti. Tendenza a combattere contro qualcuno (identificandolo come la causa di tutti i propri mali e i mali del mondo) piuttosto che a favore del mondo che si vorrebbe vedere manifestato (e che in genere passa per un cambiamento di coscienza che in primis riguarda proprio se stessi). Incapacità di vedere come certi elementi culturali siano incompatibili tra loro oppure di come l’ideale dell’integrazione e della convivenza pacifica richieda tempo e piccole dosi per essere manifestato, cioè un’integrazione e inclusione pragmatica basata anche sulla volontà manifesta di integrarsi.

La sensibilità del 6° Archetipo porta gli individui ad aggregarsi molto velocemente quando si protesta contro qualcuno ma le differenze di visione e di idee esplodono non appena si passa dal movimento di pura protesta alla definizione di un programma politico ben definito e direzionato o al prendere decisioni pratiche su problemi specifici.

Differenti sensibilità

A dire il vero, il movimento delle sardine non ha ancora espresso tutte le sensibilità ed idee elencate sopra (ma può arrivarci, e ci arriverà, velocemente) in compenso è palese e all’ordine del giorno l’espressione delle criticità descritte. Mi auguro che il movimento possa andare oltre l’ostacolo di lottare contro qualcuno (e negarne le sensibilità, anzi, volendo impedire la stessa esistenza di quelle sensibilità!) e possa diventare portatore sano di sensibilità che esistono nel tessuto sociale e sono diffusissime, perché è solo con l’armonizzazione delle istanze e il confronto costruttivo che si può fare un passo avanti nella coesione sociale.

Il movimento delle sardine è nato come un movimento di pancia, viscerale e non razionale, una espressione di malessere e di una sensibilità non ascoltata che non va demonizzata ma nemmeno esaltata, semplicemente registrata. E’ una sensibilità che ha tutto il diritto di esistere e di partecipare alla vita politica, come ha tutto il diritto di esistere e di partecipare alla vita politica la sensibilità degli altri Archetipi non coinvolti dalle sardine (1°, 3°, 5°, 7° e parte del 6°, quella che si riconosce in Ideali e Valori differenti). Chi non scende in piazza non è solo chi è impossibilitato a farlo ma è anche chi non condivide le sensibilità delle sardine e quindi le loro istanze politico-sociali (e infatti scende in piazza per altri movimenti e partiti politici).

Le sardine sono un movimento di sinistra? Il concetto va ribaltato. La sensibilità che le sardine rappresentano, cioè il 2°, 4° e il 6° Archetipo (legato a certi ben precisi Valori e Ideali) sono sempre state sensibilità che hanno votato a sinistra per il semplice fatto che la sinistra si è sempre fatta carico di e ha rappresentato queste sensibilità. Non si nasce di un partito politico, ma si nasce con determinate sensibilità e si aderisce a quei partiti politici che esprimono e riflettono quelle sensibilità. Sicuramente quelli che scendono in piazza con le sardine non sono elettori di centro-destra proprio perché di differente sensibilità e Archetipi. Che il movimento sia nato spontaneamente, oppure ideato dalla sinistra, le cose non cambiano: la sensibilità è la stessa, gli elettori sono gli stessi. Non deve sorprendere quindi che le piazze si riempiano, perché le sensibilità sono molto diffuse. Piuttosto bisognerebbe chiedersi perché i partiti politici di sinistra, in modo ufficiale, non riescano a portare in piazza così tanta gente, ma questo è tutto un altro discorso…

Come già ampiamente detto, le sardine, attualmente, sono solo espressione di sensibilità e non di una proposta politica. Sono una espressione definita di cosa non vogliono (Salvini e la sua modalità di fare politica, ma anche tutti i valori che rappresenta) piuttosto che una espressione definita di quello che vogliono (che rimane molto vago e idealistico, ma potrebbe essere un messaggio subliminale costruito ad hoc per dirottare il voto verso l’alternativa a Salvini). Quello dell’aggregazione spontanea per sensibilità contro qualcuno è un fenomeno che già si è visto in Italia, a partire dai girotondi contro Berlusconi del 2002 o ai vaffaday di Grillo nel 2007 contro la casta, che hanno portato alla nascita del M5S due anni dopo. Il movimento delle sardine, se mai dovesse trasformarsi in un partito politico, subirà il medesimo destino di disgregazione che sta subendo il Movimento 5 stelle, perché è un destino segnato dalle caratteristiche intrinseche al 6° Archetipo, di cui abbonda. Quando per movimentare la piazza si utilizza una caratteristica forte del 6° Archetipo come l’essere contro a qualcuno, ma senza una visione definita e un progetto a lungo termine, i risultati nel breve periodo sono assicurati e tutto funziona perfettamente. Ma le altre caratteristiche del 6° Archetipo sono fortemente disgreganti, in particolare l’essere idealisti, il percepire la propria come l’unica verità, considerare le proprie idee le uniche giuste e di valore (il detto “cento teste, cento cappelli” si applica particolarmente bene al 6° Archetipo). Queste caratteristiche rimangono sopite fin quando non giunge il momento di governare e prendere decisioni oppure prendere una linea politica chiara e direzionata. Come il M5S ha dimostrato, fin quando si protesta e si è all’opposizione tutto va bene, quando si passa al fare, quando si è al governo, le differenze di pensiero, di Ideali e di Valori degli individui emergono, si formano correnti (di centro, di destra e di sinistra, giusto per usare una terminologia ormai superata) e ci si scontra su tutto. Ogni movimento che nasce senza una visione ma semplicemente contro qualcosa o qualcuno ha vita breve, è un grande fuoco di paglia, e se una linea, una direzione ben definita non viene data velocemente (con il risultato inevitabile di assottigliare le fila) il movimento si disgrega per le caratteristiche stesse del 6° Archetipo. Una disgregazione che avviene per forze centripete, dissidi interni, espulsioni, abbandoni, contrasti a non finire. Basta aspettare e ne saremo tutti testimoni.

Arrivederci al prossimo articolo

Aldo Storti

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