Ai primi di dicembre il Censis ha pubblicato il rapporto 2020 sulla situazione sociale del paese. Tale rapporto analizza da molti differenti punti di vista l’annus horribilis 2020 dell’Italia, influenzato in modo preponderante dalla pandemia Covid-19. La ”Parte due. La società italiana al 2020” del rapporto si apre con “L’anno della paura nera. Meglio sudditi che morti: le vite a sovranità limitata degli italiani e le scorie dell’epidemia”. La prima analisi interessante su cui vorrei soffermarmi è la seguente: gli italiani (in maggioranza) sono disposti a cedere la propria sovranità personale in nome della tutela della salute collettiva (Tab. 2 del rapporto Censis, qui sotto riportata).

Per comprendere meglio il modo di pensare degli italiani, le motivazioni per cui sono disposti oppure non sono disposti a cedere la propria sovranità personale ricorriamo come sempre ad una analisi basata sul Sistema Integrato dei 7 Archetipi Psicologici Umani tenendo presente non solo i tratti caratteriali degli individui ma anche la diffusione di tali tratti nel territorio nazionale in modo da ricostruire le adesioni percentuali a tal una o tal altra posizione (le percentuali calcolate dal mio algoritmo di calcolo differiranno leggermente da quelle del Censis ma l’errore non inficia l’analisi).
Gli Archetipi Psicologici Umani hanno tutti una percezione differente dei grandi temi della Vita. Se per il 1° Archetipo (caratterizzato da forte volontà e incrollabile determinazione) la possibilità di cedere sovranità personale non è contemplata per nessun motivo, per il 2° Archetipo (la persona mite e dotata di una “bontà” naturale), la salvaguardia della vita e della salute viene prima di qualsiasi altra cosa e quindi accetta senza esitazioni le limitazioni alla propria libertà personale nonostante possa soffrire notevolmente al solo pensiero di non poter vedere i propri cari. Il 3° Archetipo (la maggior parte degli imprenditori, partite Iva, negozianti, commercianti, e delle persone estremamente attive) è contrarissimo a limitare la propria intraprendenza a meno che questo non serva per evitare danni economici. Il 4° Archetipo (persona molto attiva nella vita sociale e culturale del paese, persona che vive particolarmente di emozioni e della ricerca di emozioni) vive intensamente la paura relativa ai rischi per la salute ma altrettanto intensa è la paura di una vita senza stimoli, senza emozioni, senza relazioni, senza divertimento, senza arte né cultura, confinato tra 4 mura senza l’emozione del “nuovo”, di un viaggio, di un museo, ecc. Per cui, sì, è disposto a rinunciare alla propria sovranità personale ma non troppa e non troppo a lungo. Per il 5° Archetipo (caratterizzato da un approccio scientifico ad ogni aspetto della vita, vive soprattutto a livello mentale e pochissimo a livello emotivo/affettivo) è assolutamente scientifico (e quindi normale) limitare le libertà personali per favorire la soluzione del problema se tale soluzione prevede appunto la limitazione delle libertà personali. Ma il 5° è anche l’Archetipo che sa riconoscere se le misure messe in campo sono davvero efficaci, sono logiche e funzionali e portano a risultati tangibili. Il 6° Archetipo (Individuo che vive di Ideali e Valori, mistico o idealista. Vive di cose percepite, di un sentire profondo non razionale) come sempre è un caso complicato. Ci sono quegli individui che accettano qualunque cosa se a imporlo sono persone in cui hanno riposto la propria fiducia (per esempio i sostenitori del Governo) e quelli che rifiutano qualsiasi cosa, a priori, se a suggerirla sono persone in cui non hanno fiducia (i contrari al Governo, per esempio), poi ci sono gli idealisti che sentono intensamente l’ideale delle libertà personali intoccabili e quelli che invece sentono intensamente la priorità del bene comune, poi ci sono quelli che vedono complotti sempre e comunque e quelli per cui nessuna soluzione va bene. Quindi, sostanzialmente, questo Archetipo è diviso a metà, tra chi è disposto a cedere sovranità personale in questa situazione e chi non è disposto minimamente a farlo. Per il 7° Archetipo (profonda organizzazione della vita quotidiana, grande senso dell’ordine e del rispetto delle regole) è tutto più facile, visto il suo grande rispetto per la Legge. La Legge serve per regolamentare la vita di tutti, serve per evitare che il mondo sprofondi nell’anarchia, per cui le leggi non si discutono, si rispettano. Tuttavia, le leggi sanciscono anche i diritti fondamentali dell’uomo, come la libertà personale, per cui c’è una parte del 7° che non è disposto a cedere sovranità personale nemmeno per l’emergenza.
Così arriviamo ai dati finali, quel 57.8% di italiani che sono disposti a cedere sovranità personale in nome della tutela della salute collettiva, lasciando che il Governo possa decidere quando e come uscire di casa, cosa si può fare e non fare, chi si può vedere, dove e con quali modalità. Nelle immagini sotto riportate sono illustrate le differenziazioni tra gli Archetipi.


Anche se, come spiegato in questo articolo, ciascun individuo è una somma di più Archetipi, per un’analisi sociale di questo tipo possiamo fare riferimento ai casi ideali degli Archetipi in quanto è l’Archetipo “primario” di ciascun individuo che si esprime in una situazione del genere.
L’altra analisi che voglio portare alla vostra attenzione è relativa alla tab. 3 del Censis, in particolare un confronto tra la prima e l’ultima domanda presente nella tabella stessa per sottolineare come a prima vista vi siano nel comportamento della popolazione molte contraddizioni ma come queste siano solo apparenti. La psicologia degli Archetipi ci spiega, per esempio, come il popolo di una nazione possa essere punitivo e assolvente nel medesimo tempo.
Il 77,1% degli italiani sostiene che servano pene severe per chi non rispetta le regole di comportamento (mascherine, distanziamento, assembramenti, ecc.).

Il 1° non tende a punire, per il 1° ogni scelta è sempre un elemento di responsabilità individuale. Le punizioni non fanno parte nemmeno del DNA del 2° Archetipo, ma in questo caso la paura per le conseguenze della pandemia vince sulla sua naturale tendenza a lasciar correre. Il 3° invece è estremamente favorevole alle sanzioni. Sta pagando il costo economico più di chiunque altro e vuole che questo incubo (economico) finisca il prima possibile. “Giusto punire chi con il proprio comportamento prolunga ulteriormente questo stato di cose” è il pensiero del 3°. Il 4° Archetipo è combattuto. Da una parte vede gli sforzi di tutti che possono essere vanificati da comportamenti proibiti, dall’altro sa quanto sia necessario evadere da certe prigioni di noia e grigiore emotivo. Il 5° è favorevole: “è un fatto ovvio e logico, inoltre certe persone senza la minaccia di sanzioni non si conformano a quello che la logica da sola chiederebbe di fare”. Il 6° Archetipo per una volta si muove compatto: ad esclusione di chi percepisce come sacrosanta la libertà di esercitare sempre e comunque i propri diritti e di chi è contro a prescindere (c’è una parte del 6°, diversa ogni volta, che è sempre “contro”, a prescindere, alle decisioni prese da altri) il 6° Archetipo è favorevole alle sanzioni severe. Emerge qui la diffusa natura punitiva del 6° che tende a correggere (anche con la forza e la violenza) chi sgarra da ciò che è da lui percepito come giusto e vero. Inoltre è anche presente la componente del 6° che tende sempre a deresponsabilizzare se stesso e scaricare sugli altri la colpa di ciò che sta accadendo nel mondo… chi più responsabile, in questo caso, di chi sgarra dalle regole? Purtroppo non è l’alleanza di due talenti del 6° (che pure ha in abbondanza) ma l’alleanza tra due criticità del 6° che lo spinge a convergere su queste posizioni intransigenti. Il 7° è un Archetipo che come abbiamo detto ha un grande rispetto per la Legge. Se la Legge non avesse un insieme di pene per chi trasgredisce non potrebbe assolvere al suo compito di portare l’Ordine. Quindi è del tutto naturale che ci siano norme severe per chi trasgredisce le regole di comportamento (e questo non solo in questa situazione di pandemia, ma sempre!).
Ecco spiegato come si costruisce quel 77% di italiani che sono favorevoli alle sanzioni e a pene severe per chi non rispetta le regole di comportamento sanitario.


Ora viene il bello. Se sono favorevole alle regole e sono favorevole a pene severe per chi le infrange dovrei anche essere favorevole al fatto che se chi le infrange poi si ammala non dovrebbe essere curato o essere curato dopo gli altri. E invece NO. La tabella 3 del Censis ci dice che la percentuale si ribalta. Dal 71% si scende al 31%. Come mai? Anche qui i 7 Archetipi Psicologici Umani ci danno una spiegazione semplice e immediata.
Il 1° Archetipo, che era contrario alle pene severe, è favorevole anche alla non-cura, perché dal suo punto di vista questo era ampiamente considerato nel momento in cui l’individuo si assume la responsabilità di infrangere le regole, di prendersi le sanzioni e di essere lasciato senza cure (come dite? Vi ricorda Sparta? Eh si, in un certo senso…). La forza delle proprie decisioni e la determinazione nel perseguirle sono caratterista del 1°. Egli è assolutamente coerente con se stesso. Il 2° Archetipo invece fa una completa inversione ad U. Se per le pene severe la sua paura per la morte si anteponeva a tutto, in questo caso il rispetto e l’amore per gli esseri umani (la caratteristica fondamentale del 2° Archetipo) torna ad essere preponderante. Mai metterebbe in pericolo di vita un altro essere umano. Una persona che sbaglia va comunque aiutata, ci mancherebbe! La misericordia e l’amore prevalgono sempre nel 2° Archetipo. Il 3° ribalta le percentuali rispetto al caso precedente. Sa benissimo dentro di sé che al di là dell’esasperazione per la situazione economica sarebbe tra i primi a fare quel che gli pare e gli è più utile, anzi probabilmente lo ha già fatto o lo farà presto, quindi non può pensare minimamente ad approvare una misura del genere. E poi, comportamento corretto o meno, lui le tasse le ha sempre pagate e ha diritto all’assistenza sanitaria né più né meno di tutti gli altri. Anche perché a rigor di logica, utilizzando lo stesso metro di paragone, bisognerebbe negare le cure a tutte quelle persone che hanno comportamenti sconvenienti per la salute: fumatori, alcolisti, ludopatici, persone in sovrappeso, ecc. ecc. Per quanto riguarda il 4° Archetipo una delle sue caratteristiche è comprendere le istanze di tutti (sensibilità che lo rende perfetto per i ruoli di mediazione) e questo lo porta a difendere sempre chi è in una posizione di debolezza. Ecco perché anche il 4° in questa situazione si schiera compatto a favore della cura. Il 5° rimane sostanzialmente coerente con se stesso anche se in una parte di esso prevalgono le considerazioni logiche già esternate dal 3° (se vale per gli irresponsabili del COVID deve valere per tutti gli irresponsabili in genere…) La percentuale di 6° che rimane sulle stesse posizioni delle norme severe si dimezza. La parte più idealistica e quella punitiva rimangono sulla posizione intransigente, mentre la parte più religiosa (legata al perdono e altri valori religiosi) e la parte relativa agli inderogabili diritti alla cura esprimono un parere sfavorevole al quesito. Il rispetto della Legge porta il 7° a ribaltare quanto espresso nel quesito 1, in quanto la colpevolezza in un dato comportamento non preclude la fruizione dei diritti acquisiti e sanciti dalla Legge stessa (La Legge è Legge), in questo caso il diritto alla cura.


Come si vede, descrivere il comportamento della popolazione è estremamente complesso, prevederne le scelte estremamente difficile e soddisfare le aspettative di tutti in ogni dato momento praticamente impossibile. L’Italia è un paese che, a differenza di altri paesi europei, presenta un’alta diffusione degli Archetipi 2, 4 e 6, il che rende l’Italia quel paese estremamente imprevedibile, incoerente e incostante che è ma che, al contempo, conferisce all’Italia quella creatività, immaginazione, ospitalità e sensibilità che la rendono unica nel suo genere ed in continua evoluzione e trasformazione.
Il Rapporto Censis fornisce molti altri spunti di riflessione. In questo articolo ho esaminato i dati relativi all’ansia e alla paura dell’ignoto presente nelle famiglie italiane in seguito al COVID-19.
Arrivederci al prossimo articolo
Aldo Storti
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