Un fenomeno di cui si parla molto ultimamente è quello degli hater, parola inglese che può essere tradotta con “odiatore”. Questo fenomeno sociale è emerso in tutta la sua evidenza grazie ai social media ma io ricordo di averne sempre conosciuti di “odiatori”, persone che avevano sempre da ridire su tutto e tutti, in modo veemente.
Non offrivano mai argomentazioni logiche e ponderate, non avevano un loro pensiero ben definito e strutturato, ma solo pensieri “contro”, come se fossero incapaci di pensieri costruttivi o come se il loro atteggiamento critico a priori fosse un semplice meccanismo per sfogare la rabbia e la frustrazione. Le loro posizioni erano sempre da “tifosi” di qualcosa. Impossibile ragionarci, potevi solo dar loro ragione o lasciarli perdere. Queste persone le incontravi ovunque: al supermercato, all’università, nello sport e al bar. Non erano numerosissime ma esistevano. Potevi scegliere di evitarle o ignorarle. Prima dell’avvento di internet e dei social media, la loro presenza era meno ingombrante e meno fastidiosa. Con l’avvento di internet e, in particolare, dei social media, questi hater non puoi più né ignorarli né evitarli. Ci devi fare i conti. Comunque. E’ vero, sono sempre esistiti, ma prima la loro distruttività e il loro fastidio erano limitati e circoscritti.
Con i social media la possibilità di fare danni e di essere fastidiosi si è ingigantita. Hanno trasformato i social media in un grande bar di paese (quei bar dove sono tutti allenatori senza aver mai dato un calcio serio ad un pallone, sono tutti politici senza aver mai amministrato neanche un condominio, sono tutti piloti perché posseggono un’automobile o uno scooter), il loro palcoscenico è diventato all’improvviso enorme. Molti di loro, inoltre, non hanno il coraggio di mostrarsi. Se una volta al bar li vedevi in faccia e li conoscevi tutti di persona, adesso molti hater si nascondono dietro i nickname più strani e improbabili. Ma chi sono questi odiatori di professione? Ci sono nati così oppure lo sono diventati? Possono essere ricondotti ad uno o più Archetipi Psicologici Umani oppure sono equamente distribuiti? (Vedi qui la descrizione dei 7 Archetipi)
Ogni Archetipo ha sue proprie caratteristiche che si riverberano anche nei comportamenti e nelle modalità espressive sui social network.
Passiamo in rassegna i 7 APU e vediamo se è possibile capirne di più.
Il 1° Archetipo non ha nessun interesse né predisposizione ad occuparsi di cose altrui. È concentrato sui propri obiettivi senza distrazioni, non considera gli altri, figuriamoci se perde tempo per criticarli.
Il 2° Archetipo non userebbe mai parole di odio, a volte può disapprovare ma mai con quel tono e quelle modalità che contraddistinguono gli hater. Quelle modalità espressive suscitano in lui orrore e disgusto.
Il 3° Archetipo è troppo manipolativo e utilitaristico nelle sue manifestazioni poco evolute (perché diciamolo, gli odiatori non sono espressioni evolute degli Archetipi!) per avere delle posizioni fisse ad oltranza. Non ci guadagna nulla (a meno che non sia pagato per farlo, ma gli odiatori esprimono una autenticità che in questo caso mancherebbe, per quanto il 3° sarebbe sicuramente bravo ad interpretare la parte). Inoltre non ha tutto quel tempo da passare sui social a insultare gli altri (a meno che, come detto, sia per lui un lavoro, un lavoro degno quanto qualsiasi altro, si intende!). Ha tanti interessi e progetti.
Il 4° Archetipo? Troppo fine e colto nella sua componente arte e cultura per usare quelle parole e quei toni che sono caratteristici degli hater, troppo unidirezionali per la componente relazionale e di mediazione. Se c’è una caratteristica che non è nella natura degli odiatori è la mediazione.
Il 5° Archetipo è troppo logico e tecnico per lasciarsi andare ad odio sommario, non argomentato. Anche il linguaggio utilizzato non gli appartiene. Gli hater non portano maggior luce sugli argomenti contro cui si scagliano. Il 5° Archetipo non perde tempo per qualcosa che non sia intelligente, approfondito o degno di studio. Inoltre l’emotività non è il suo forte, al contrario degli hater.
Il 7° Archetipo è troppo riservato per esprimere il proprio pensiero in questo modo. Non è proprio nelle sue corde. Se anche si trasformasse, per qualche oscuro motivo e temporaneamente, in un hater, manifesterebbe un pensiero più organizzato e toni più pacati. Caratteristiche che però abbiamo visto non appartengono agli hater.
Come dite? Ho dimenticato il 6°? Non è stata una dimenticanza, perché il profilo psicologico che cerchiamo sembra appartenere proprio a questo Archetipo! Leggiamo:
6° Archetipo: Idealismo e Devozione. “… Questi individui hanno una precisa concezione (ovviamente personale) di ciò che è giusto e sbagliato, per loro in ogni situazione esiste il bianco e il nero, chi ha ragione e chi ha torto…” ho scritto nella pagina di presentazione dell’Archetipo che potete trovare qui.
Gli hater si esprimono nei campi più disparati, possono disprezzare e insultare una persona, un lavoro, una proposta o un’idea. Il comune denominatore tra queste manifestazioni del loro odio è il contrastare un’espressione diversa dal proprio pensiero, dalle proprie idee e dai propri sentimenti.
Sembra che siamo proprio sulla strada giusta. In questo articolo approfondisco il legame tra 6° Archetipo Psicologico Umano e gli hater.
Arrivederci al prossimo articolo.
Aldo Storti
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